Volando a Londra

Stage IR a Rouen (Normandia)

Alla mattina due ore di teoria (in francese) + un’ora e mezza di simulatore. Al pomeriggio un volo di 2h e 24’ ballando come tappi in nube portando l’aereo senza l’aiuto del GPS e senza inserire il pilota automatico (troppo facile…si potrebbero guastare tutti e due!), facendo continuo e veloce scanning fra l’orizzonte artificiale e l’anemometro, l’altimetro, il variometro, il virosbandometro e il direzionale HSI, regolando i VOR, inserendo le corrette radiali, comunicando con la radio ed eseguendo le procedure di holding. Ma siccome questa è la seconda settimana di stage, tutto ciò è dato per scontato e ora si deve aggiungere qualche ulteriore elemento di difficoltà: l’istruttore simula una avaria all’orizzonte e contemporaneamente al direzionale coprendo gli strumenti con due maledetti dischi neri ! Passi per l’orizzonte (hai ancora il virosbandometro anche se la sagomina in nube non ne vuole sapere di stare ferma) ma il direzionale off e anche il GPS off mi sembra troppo (sul mio 182 poi ne ho due di GPS !! ma quando mai ti può capitare tutto questo contemporaneamente e proprio quando sei in nube!! E se anche…mi faccio vettorare su un aeroporto dove il tempo sia accettabile e atterro a vista. Anyway, siamo qui per soffrire….) Livello, leggo la prua sulla bussola e cerco di eseguire le virate col cronometro (3° ogni secondo), poi aspetto che la bussola la smetta di andare a spasso e leggo la nuova heading. E così via in discesa fino al vor su cui devo fare la holding e le virate di procedura prima di lasciare il final approach fix seguendo la radiale, quando finalmente “clared to land” dalla torre. Il tutto rigorosamente in nube e (in teoria) senza perdere più di cento piedi di quota !!!

Alle 18 si atterra (devo aver perso un chilo e due anni di vita – il chilo mi fa bene, ne ho bisogno), rifornimento e debriefing prima di programmare il volo di domani in coppia con Michel, un simpatico svizzero col quale devo cercare di farmi capire in inglese o francese o tedesco. Lui parla in tedesco, io in inglese, alla fine decidiamo almeno a terra di parlarci in francese altrimenti non capiamo un ….In realtà dobbiamo preparare 6 piani di volo in strumentale per il giorno successivo (Rouen – Lille- Ostenda – Londra – Aldernay – Cherbourg – Rouen) fra cui Londra, che prevede così tante rotte di arrivo e procedure da rendere impossibile studiarle tutte e ricordarle. Dovremo seguire le istruzioni del controllore ed eseguire quella che ci daranno in volo. Intanto dobbiamo però studiare le carte meteo, venti, notams ecc.ecc. (sulla Gran Bretagna è previsto brutto tempo e visibilità ridotta).
Fare accettare 6 piani IR da Bruxelles è una impresa e il computer non ne vuole sapere di confermare le rotte e gli orari da noi previsti.
Alle 23 ce la facciamo e rientriamo in albergo più morti che vivi.

Sveglia alle 7. In aeroporto alle 8, briefing pre-volo, controlli e finalmente” N928GT requests start up”. A Rouen è Scattered a 3000’ ma attraversato qualche strato c’è il sole e fino a Lille e a Ostenda (Belgio) tutto OK. Le procedure sono facili e il traffico scarso. Quando passiamo la Manica il tempo peggiora e entriamo in IMC in una area a intensissimo traffico dove i controllori parlano alla velocità della luce ”inglese in inglese” (è molto diverso !!!). A London Biggin Hill è overcast ma il ceiling è abbastanza alto e l’atterraggio easy.
Panini (inglesi), acqua (italiana, S. Pellegrino) e si riparte per Aldernay, una delle Channel Islands vicina a Guernsey. Passata la zona di Londra ritorna il sole e ci godiamo il volo sulle isole della Manica. In aeroporto ci fermiamo per un tea (sono le 5 della tarde e a quest’ora il the è d’obbligo).
Ridecolliamo per Cherbourg e sulla Francia ritroviamo la fogna che nel frattempo era scesa da NW.
Ma la temperatura in quota è ancora di +1° + l’attrito dovuto alla velocità. Non dovremmo aver possibilità di far ghiaccio. Voliamo quindi attraverso gli strati e buchiamo solo sull’aeroporto al limite delle effemeridi (ma che ci frega, siamo in IR !!!…sorry, era un retaggio del PPL).
Facciamo dogana (gli inglesi fanno sempre i diversi e considerano il “continente” come un altro stato o più probabilmente si sentono più inglesi che europei), paghiamo le tasse di atterraggio e ripartiamo per il notturno a Rouen sorvolando la costa illuminata di Deauville.
Alle 22 atterriamo e stappiamo champagne per festeggiare un volo molto impegnativo ma bellissimo.

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